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K@therine..
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Era il mio primo giorno in questa nuova città, avevo già sistemato le mie poche cose nell'appartamento anche se vogliamo guardare bene sono più vestiti e scarpe, quindi vorrei trovare una persona che condivida le mie passioni "Alyssa sta calma sei arrivata solo ieri in città" ma sicuramente avrò molto tempo per conoscere abbastanza persone da farmi una reputazione, l'importante che non sia umano è inutile dire il motivo, ma non arriverebbe al giorno dopo.
Ero vestita con una gonna corta nera e una maglietta che faceva intravedere l'ombelico bianca, e dei tacchi a spillo a decoltè è una piccola borsetta color panna e un pò di trucco sui occhi, dopo essermi preparata decido di visitare per prima il centro della città magari avrei disegnato qualche paesaggio sul mio blocchetto da disegno, voglio migliorare la mia tecnica è un giorno avverare il mio sogno nel cassetto.
Arrivata nel centro della città vedo un piccolo chiosco prendo un caffè americano e vado verso una panchina è mi siedo appoggiando il caffè accanto a lei sulla panchina, apro la borsetta tiro fuori il blocchetto da disegno è una matita comincio a disegnare il paesaggio intorno a me è stava uscendo un bel bozzetto, si sentiva l'aria che mi sfiorava i capelli biondi ondulati per fortuna ho l'anello solare che mi permette di uscire alla luce del sole, la mia vita sarebbe molto limitata non potrei nemmeno andare a lavorare, prendo il mio caffè con la mano destra e prendendo un sorso mentre con la sinistra tengo stretto ancora il blocchetto è mi godo questa bellissima giornata.. -
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Preferivo le giornate uggiose a quelle assolate. Scelta curiosa, ne ero consapevole, ma con il caldo, il cinguettio degli uccelli e altre cose del genere non ero mai andato troppo d'accordo. Potevate dunque comprendere il mio nervosismo quando quella mattina la mia segretaria aveva deciso prendersi un giorno di malattia: niente di grave, se non fosse che aveva informato la sua sostituta solo mezz'ora prima dell'inizio del lavoro. Risultato? La seconda segretaria sarebbe arrivata in ufficio solo tra un paio d'ore e io mi ero ritrovato a portare di persona delle pratiche ad uno studio legale. Non mi capitava dai tempi del praticantato, era il mio pensiero fisso mentre attraversavo a passo svelto il parco, una scorciatoia per arrivare più rapidamente nell'altro isolato. Inutile dire che, nel frattempo, il mio cellulare non aveva fatto altro che squillare per tutto il tempo e che, con una voluminosa cartella delle pratiche in mano, la camminata era tutt'altro che piacevole.
Stavo per arrivare nei pressi dell'uscita quando un ragazzino in monopattino mi venne letteralmente addosso, tagliandomi la strada: i miei riflessi furono sufficientemente buoni da impedirmi di cadere, ma non da risparmiarmi l'incombenza di raccogliere da terra alcuni fogli che mi erano caduti.
<<Ehi, stai attento!>> Sbuffai con una punta di irritazione. Che ci faceva poi in giro a quell'ora un ragazzino? Non doveva essere a scuola?!
Quella giornata era iniziata male e rischiava di proseguire in maniera ancora peggiore. Dovevo darmi una calmata e prendere un respiro profondo. Cercai di ignorare il mio cellulare, che per tutto il tempo avevo naturalmente continuato a suonare, e lo riposi nella tasca del mio completo scuro --giacca e cravatta nere, con camicia bianca-- poi iniziai a raccogliere tutti i fogli caduti a terra, tranne un paio che nell'urto erano volati su una panchina a circa mezzo metro di distanza da me.
<<Mi scusi tanto.>> Dissi alla ragazza che stava tranquillamente gustando il suo caffè lì seduta, scusandomi per il disturbo arrecatole nell'avvicinarmi per recuperare i documenti..
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