Panic

- Dolce Rev promettimi che non appena sarai negli Stati Uniti non finirai nei guai -
Gli occhi celesti di Maddy osservavano profondamente il volto della giovane che le stava davanti, la donna conosceva Revmira , conosceva la sua naturale tendenza a mettersi in situazioni spiacevoli e quindi non c'era giorno in cui non assillava Revmira con le sue preoccupazioni.
La mora però era una di quelle persone casiniste , seguiva unicamente il suo istinto fregandosene altamente dei pensieri altrui.
Arrivata a Sunset City non mantenne la promessa fatta a Maddy in Russia e ci mise poco ad avvicinarsi ad una compagnia sbagliata che la portò nell'oscuro mondo della droga.
Ed eccolà lì, stesa su un vecchio divano con gli occhi chiusi e uno spinello tra le dita. Non era sola , in quella stanza vi erano altri drogati come lei che se la ridevano con gusto raccontandosi storie su come erano riusciti a sfuggire alla giustizia.
- Ehi Rev, hai saputo quello che è successo a Kevin?- Una ragazza si avvicinò a Revmira parlandole talmente piano che la mora fece fatica a capire. Aprì gli occhi infastidita trovandosi accanto Emily, una ricca ragazza che per ribellarsi ai genitori aveva iniziato a bucarsi come se non ci fosse stato un domani.
- No , ma immagino che me lo dirai tu adesso-
Emily aveva poco più di diciassette anni, guardava Rev con occhi stanchi e cerchiati da profonde occhiaia scure ma un sorriso fece capolino sul suo volto pallido quando Revmira si mostrò interessata alla domanda sul loro conoscente Kevin Lopez.
- Hanno trovato il suo corpo stamattina in casa sua - Iniziò a dire per poi abbassare ancora di più la voce in modo che solo Rev Potesse sentire - Pare che si sia messo contro il tizio sbagliato. Lo chiamano "Il macellaio" -
Merda. La Ward non rispose subito ma era evidente il terrore sfociato nei suoi occhi , con un gesto della mano fece capire a Emily di continuare il discorso.
- Gira voce che Kevin abbia rubato della cocaina ai suoi uomini e ora questi stanno cercando i colpevoli. Ovviamente non so se sia vero o no, tu che ne pensi?-La mora si passò una mano fra i capelli e spense lo spinello sul poggiolo del divano.In quel momento capì il motivo per il quale Lopez cercò proprio lei una settimana prima chiedendole di nascondere un pacco di cocaina per lui ma Revmira conoscendolo appena rifiutò .
Non ci voleva un genio per capire che gli uomini del "Macellaio" avevano trovato il colpevole del furto -Penso che sia stato uno stupido, nessuno sano di mente andrebbe a rubare della droga ad un narcotrafficante -
Dette queste parole la mora si alzò e si mise la giacca pronta per tornare a casa e a mangiare chili di gelato al cioccolato, fumare le faceva sempre venire un grande appetito.
Una volta uscita dalla piccola abitazione non poteva fare altro che pensare al casino in cui si era messo Lopez , il ritrovamento del suo cadavere non portava a niente di buono e Rev era sicura che non appena si fosse scoperta la sua storia con la droga anche L'FBI si sarebbe intromessa nelle indagini.
Era così sommersa nei suoi pensieri che si accorse solo dopo qualche minuto che davanti al vialetto due auto nere e mai viste stavano parcheggiando , ad un tratto non fu più lucida e presa dal panico iniziò a correre superando le auto e gli uomini che da essa stavano scendendo.

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Ero incollato alla scrivania ormai da due settimane. Non ce la facevo più. Insomma per una persona come me, che amava muoversi, stare sul campo ma soprattutto amava l’azione era davvero una tortura. Si, il vice direttore del FBI Foster, ha deciso di punirmi per avergli risposto male, o meglio per avergli gridato contro con un tono poco rispettoso, ma quella volta ero davvero fuori di me. Ero preoccupato per Sasha. Ragazza che conoscevo da tempo, sapevo che era ingamba ma non poteva affrontare gli scagnozzi della bratva. Mi sbagliavo. Era riuscita a uccidere sei uomini da sola, drogata per di più.
Mi passai una mano sul viso in preda alla disperazione, per poi tornare a compilare i moduli. –se mai vorrai metterti nei guai per una donna, ricordati questa sensazione.- disse la vocina nella mia testa. Non potevo darle torto. Stavo rischiando di impazzire.
<<rogers… abbiamo una pista sul Macellaio… sei a capo dell’operazione>> disse il mio capo, urlando dal suo ufficio. << prendi un’unità è vai… ti mando l’indirizzo >> aggiunsi, facendomi segno di darmi una mossa.
Ero stordito, insomma non me lo aspettavo. Pensavo che sarei stato incollato alla scrivania a vita. Un sorriso si disegno sul mio volto mentre mi preparavo. Sentivo già l’adrenalina scorrermi nelle vene.
Una volta arrivati sul luogo, usci dalla macchina, guardandomi in giro, per poi notare che una ragazza bruna, si era bloccata e poi ha iniziato a correre nella direzione opposta alla nostre.
<<amo quando scappano>> dissi con un sorriso sulle labbra, iniziando a correre a mia volta. Raggiungendo la ragazza in poco tempo. Ero parecchio allenato e lei molto probabilmente era sotto l’effetto di qualche droga, la maggior parte della gente che si trovava qui lo era.

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Revmira non rifletteva mai prima di agire e quella tentata fuga dimostrava quanto odiasse andare incontro ai problemi. Preferiva scappare, evitare qualsiasi cosa che avrebbe potuto rivoluzionare la sua vita. Nel vedere quegli uomini uscire dalle Ranger Rover la mora intese subito che rimanere lì a fissarli come un ebete era una cattiva scelta. Purtroppo per lei il suo fisico non seguì i suoi comandi e le gambe iniziarono a cedere dopo qualche secondo di corsa, la vista per un tratto si annebbiò e si ritrovò a sudare come se avesse maratonato per tre ore di fila. Questi erano gli effetti della droga che aveva assunto nelle ore precedenti con estremo menefreghismo verso se stessa.
Nel momento in cui un paio di braccia circondarono la sua vita iniziò a inveire verso chi l'aveva afferrata con parole per niente carine e per giunta pronunciate in Russo. Rev cercando di liberarsi dalla stretta rischiò di scivolare verso terra diverse volte a causa dell'asfalto bagnato, infatti nel pomeriggio ci fu un violento temporale nella cittadina.
- Lasciami immediatamente andare o giuro che finisce male per te-
Essendo di spalle la ragazza non poteva vedere con chi tentava inutilmente di lottare, era convinta fosse uno degli uomini del macellaio e quindi pensò bene di minacciarlo fingendosi una tipa tosta e pronta a fargli del male. Si zittì solo quando l'uomo la fece girare verso di sé e le lettere FBI poste sul suo giubbino attirarono l'attenzione della ragazza.
- Non ho fatto niente e soprattutto non so niente, mi tolga le mani da dosso agente -
L'accento Russo era forte e pronunciò quelle parole con un atteggiamento davvero fastidioso e prepotente.. Era sollevata dal fatto che, essendo stata braccata dall'FBI, non sarebbe morta come Kevin quella sera ma sapeva anche che non sarebbe tornata a casa facilmente.

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Le corsi dietro, afferrandola per la vita poco dopo. La strinsi sempre più forte, quando cerco di liberarsi dalla mia presa, rischiando più e più volte di farci cadere. Cosi la strinsi ancora più forte a me, sollevandola un po’ da terra e portandola verso un muro, dove cercai di farla girare.
Cercai di trattenere una risata alle sue parole. Era una ragazza, per di più drogata, quindi non avevo paura delle sue minacce, anche se, questa ragazza aveva dimostrato di essere tosta. Insomma nessuno si sarebbe permesso di minacciare un uomo possente come me.
<<hai appena minacciato un poliziotto.>> le dissi con tono calmo, mentre un sorriso mi si disegnava sul viso.
Mollai un po’ la presa, prendendomi qualche secondo per osservarla. Era una bella ragazza, peccato pero che si stava rovinando con le droghe e peccato che era finita in un brutto giro.
<<lo so che non hai fatto niente, ma conosci Kevin>> dissi puntando i miei occhi nei suoi. << questo può significare solo due cose, o se sua complice oppure non centri niente ma gli uomini del “Macellaio” o come lo chiamate voi ti verranno a cercare, per trovare il resto della droga>> continuai lasciando la presa. Tanto se avesse cercato di scappare, l’avrei raggiunta facilmente, ma poi sarei stato costretto a portarla dentro.
<<io posso aiutarti >> aggiunsi qualche secondo di silenzio. Lo ammetto, non sapevo nemmeno io perché le stavo dicendo questo. Si certo la volevamo mettere sotto la protezione e chissà magari si sarebbe rivelata utile per le nostre indagini, ma io volevo aiutarla anche al di fuori da questo indagine del cavolo, dove molto probabilmente Foster l’avrebbe usata come esca.
<<ora pero mi devi seguire, se no sarò costretto ad arrestarti>> dissi infine con un tono di voce autoritario, assumendo sul volto un espressione seria.

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