Just a Bloody Mary

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    Forse avrei dovuto avere dei rimpianti.
    Eppure non riuscivo a rimpiangere nulla.
    Dopo quello che mi era capitato con Sibil e suo fratello mi ero tenuto alla larga da Sunset per qualche tempo. Avevo alloggiato in un albergo di una cittadina non troppo lontana e mi ero nutrito lì, lasciando alle acque un mesetto per calmarsi. L'ultima cosa che volevo era ritrovarmi di nuovo in una situazione come quella da cui mi ero (miracolosamente) liberato.
    Ancora adesso, se ci ripenso, mi sembra totalmente insensato. Ero stato catturato e poi liberato come se si fosse trattato di un errore. Non aveva il minimo senso. Non che mi stessi lamentando, ci mancherebbe...ma proprio non capivo.
    Alla fine, comunque, una volta lasciato passare un po' di tempo, ero tornato a casa mia, riprendendo pian piano le mie abitudini tanto che, quella sera, avevo deciso di fare un giro nel pub dove andavo di solito.
    Appena entrato fui accolto dai saluti calorosi dello staff e di alcuni cliente abituali come me e mi ero dovuto sorbire l'interrogatorio del barista - un simpatico omaccione di quasi quarant'anni con la pancia da birra e un paio di baffoni neri che gli coprivano quasi completamente il labbro superiore. Finalmente ero tornato a casa.
    La serata iniziò pigramente, in fin dei conti non era un locale particolarmente frequentato, ma verso le undici di sera cominciò ad arrivare un po' di gente...e un po' di nutrimento per il sottoscritto.
    Il barista e i camerieri sospettavano qualcosa sulla mia natura, ma non avevano mai fatto domande e io, di certo, non mi ero mai sprecato in spiegazioni.
    In ogni caso, non si lasciavano stupire se ogni tanto qualche cliente spariva misteriosamente a metà serata. L'ho detto: quel posto era casa mia.
    Mike, fammi un bloody mary, ti va? Domandai al barista, sedendomi su uno sgabello vicino al bancone mentre mi guardavo intorno alla ricerca di uno spuntino. Era un po' che non mi nutrivo e in mezzo a tutta quella gente avrei sicuramente trovato chi faceva al caso mio. Il trucco era isolare qualcuno che faceva parte di un gruppo numeroso - così la sua assenza sarebbe passata momentaneamente inosservata - oppure, al contrario,
    avvicinare qualcuno che fosse da solo. Siccome la seconda categoria era rappresentata perlopiù da soggetti discutibili, l'ideale era buttarsi in mezzo a qualche banda di giovani in festa.
    Non ce n'erano molti, quella sera, ma proprio mentre pensavo a un piano B vidi entrare un gruppetto di una quindicina di ragazzi e ragazze. Afferrai il bloody mary che Mike mi aveva appena preparato e sorrisi compiaciuto: anche quella sera non sarei tornato a casa a mani vuote.
    Chi più, chi meno, abbiamo tutti
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    Ovviamente Jonathan mi aveva fatto una lavata di capo per quello che era successo tra me e Tom o per meglio dire per essere entrata in contatto con un vampiro e per aver deciso "sconsideratamente" di entrare nella sua cella, cella che a suo dire era stata offerta per la sua protezione...come se io fossi chissà quale guaio pronto ad ucciderlo!
    In ogni caso mi ero guadagnata una punizione: chiusa in casa per due settimane senza mai uscire se non per andare all'università o al lavoro ed ovviamente anche lì mi avrebbe accompagnato e mi sarebbe venuto a prendere lui.
    Per questo quando le due settimane finirono decisi di abbandonare il ricordo di Alex - infondo avevo avuto due settimane di reclusione per affrontare il suo abbandono ed il mio dolore ed erano più che abbastanza per uno stronzo che aveva deciso di sparire nel nulla - e di darmi alla pazza gioia. Sebbene non fossi mai stata ragazza da feste, botte e via e altre cose di questo genere avevo deciso che forse mi avrebbe fatto bene distrarmi, vivere un po' i miei 18 anni prima di invecchiare e non potermi più permettere nulla. Avevo chiamato Masy che sembrava essere terribilmente felice di sapere che la mia reclusione era finita, tanto che non mi servì neanche chiederle di uscire perchè fu lei ad obbligarmi a farlo.
    Decisi comunque di prendere il tutto con molta calma, passai la prima settimana a darmi solo all'alcol aumentando il mio tasso di sopportazione mentre la seconda settimana che portò alla fine di quel mese assurdo si dedicò al ballo ed al mio avvicinarmi al sesso opposto. Non avevo ancora fatto "scappatelle" con nessuno, non mi sentivo pronta e sinceramente non avevo trovato nessuno che mi piacesse veramente nonostante Masy continuasse a ricordarmi che per una scappatella non serviva l'uomo della mia vita.

    "Ed in effetti non sbaglia poi molto.." questo il pensiero che mi passò nella mente mentre ancora una volta mi preparavo per uscire. Sentii bussare alla porta e mi voltai aspettando che la porta si aprisse, vedendo poi spuntare Jonathan che venne ad aiutarmi con la cerniera del vestito.

    Non starai uscendo troppo ultimamente? chiese preoccupato ma io sorrisi divertita scuotendo la testa.

    No! Mi sto solo divertendo un po', non preoccuparti! Stasera dormo da Masy perciò non aspettarmi e va a dirvertirti un po' anche tu! gli diedi un veloce bacio sulla guancia e scappai fuori dalla stanza, uscendo poi dalla porta di casa. Questa era la sera, avevo deciso di ascoltare le parole di Masy e di non essere troppo pretenziosa, infondo bastava che fosse carino no?
    La vidi arrivare nella sua cabrio dopo un paio di minuti e subito ci salii sopra scoprendo che la meta era un pub dove non eravamo mai state prima, era un po' tardi (più o meno le 23:30) ma non importava poi tanto visto che non contavamo di restare in quel locale a lungo se avessimo trovato il giusto cavaliere.
    Entrammo insieme ad altri ragazzi visto che all'esterno del locale Masy aveva già trovato l'uomo adatto alla serata e proprio quando mi ritrovai a seguirli per raggiungere un tavolo notai all'improvviso un volto conosciuto e decisi di allontanarmi per avvicinarmi a lui. O almeno questo era il piano visto che poco dopo lo persi tra la folla, finendo con lo scontrarmi contro qualcosa di rosso che andò a finire direttamente sul mio vestito.

    Hey! stai più attent... mi bloccai quando alzando il viso i miei occhi incontrarono proprio la persona che stavo cercando: Tom.

    Tom! dissi euforica e senza controllarmi gli saltai praticamente addosso, mettendomi in punta di piedi ed abbracciandolo incrociando le braccia dietro il suo collo così da avvicinare i nostri corpi. Certo, non ci avevo pensato ma in effetti poteva essere una buona "prima scappatella", infondo era attraente e di certo farlo con un vampiro sarebbe stato curioso anche se continuavo a dubitare di piacergli. Il che ovviamente complicava non poco le cose.



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    Forse avrei dovuto avere dei rimpianti.
    Eppure non riuscivo a rimpiangere nulla.
    Non ero il tipo che credeva nella sfiga, nella fortuna o nel destino...ma ne avevo vissute abbastanza per ammettere che, ogni tanto, qualcosa doveva per forza di cose metterci lo zampino. A volte poteva trattarsi di semplici coincidenze, questo non lo nego...ma altre volte quello che succede sembra veramente calcolato al millimetro e al millisecondo.
    Proprio come quella sera.
    Ero stato in quel locale miliardi di volte, ormai, anche se nell'ultimo periodo l'avevo un po' evitato...eppure non avevo mai incontrato determinate persone in quel determinato posto. Volete davvero dirmi che, dopo quello che mi era successo, si trattava di una semplice coincidenza? Che davvero non è stata colpa di nessuno se il mio Bloody Mary appena fatto era andato a rinfrescare proprio il vestito di quella ragazza, con tutte quelle che già affollavano il locale?
    Cristo, sibilai a denti stretti, prima di ritrovarmi con la faccia affondanta in una chioma rossa piuttosto familiare. E tanti saluti anche a quello che restava del mio povero drink.
    Sibil?! Domandai, anche se sapevo già la risposta, cercando di spostarmi i suoi capelli dalla faccia. Se salutava tutti quelli che conosceva non potevo che condividere le preoccupazioni del fratello...anche se non condividevo per nulla il suo modo di affrontare la questione. Troppo...drastico, diciamo.
    Sei tu che dovresti stare più attenta, comunque...hai appena mandato al diavolo un Bloody Mary con i fiocchi, sospirai, facendo spallucce con aria rassegnata. Mi dispiace per il vestito, però, dico sul serio, aggiunsi a mo' di scusa, senza poter effettivamente valutare il danno, dato che Sibil era ancora abbarbicata a me come un koala in crisi di astinenza dalle coccole.
    Come...come stai? C'è anche tuo fratello? Mi informai, schiarendomi leggermente la voce, cominciando a sentirmi in imbarazzo sotto tutti quegli occhi conosciuti e profondamente incuriositi da ciò che stava succedendo.
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    Scusa il post di cacca ç_ç
     
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2 replies since 2/6/2017, 20:33   125 views
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